< Pagina:Versi di Giacomo Zanella.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
310 la partenza per l'esiglio.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Versi di Giacomo Zanella.djvu{{padleft:324|3|0]]


  So che lo scudo inutile
Torna a guerrier trafitto;
Pur voi scemate gli odii
68Al misero proscritto.

  Dite al divino Cesare
Come demente errai;
Dite che fui colpevole,
72Non scellerato mai.

  Tutto è a voi noto; il giudice
Pur esso non l’ignori.
Saran, placato Cesare,
76Forse i miei guai minori.

  Tanto io pregai: più fervida
La donna orava, e mozzi
L’erano i preghi assidui
80Da lagrime e singhiozzi.

  Discinta, supplichevole
Si prostra ai Lari, e tocca
Del focolar le ceneri
84Colla tremante bocca;

  Poi sorge, e di rimprovero
Acre i Penati assale,
Rimprovero che gl’invidi
88Fati a stornar non vale.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.