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carmi sepolcrali. | 329 |
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a peta.
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Il doloroso fato, che gli stami
De’ tuoi giovani dì ruppe sì presto,
Peta, se nulla vale un prego onesto.
4Tempo è ben che nud’ombra a te mi chiami.
Voglio ancor esser tuo. Torbidi e grami
Sono i miei giorni sulla terra, e questo
Sol che i miei danni illumina, detesto.
8Ma tu sotterra pensi a me? più m’ami?
Mio ben, le labbra al rivo obblivïoso
Non accostar di Lete, e la venuta
11Attendi ognora del fedel tuo sposo.
Buia è la via; ma pel solingo orrore
Precederammi, e la caligin muta
14Disperderà colla sua lampa Amore.
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