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340 in morte di marco antonio dalla-torre.

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  Recate voi, su via, recate alcuna
Gioia al mio Batto, e raddolcite a prova
141L’orrenda piaga che gli fe fortuna.

  Più di Sofia l’accento a lui non giova;
E l’arte delle lire animatrice
144Del suo core la via più non ritrova.

O Batto! E nondimeno l’infelice
Vate di Tracia, dopochè smarrita
147E lungamente pianta ebbe Euridice,

  Nulla trovò che la dolente vita
Più gli allegrasse d’imenei già schiva,
150Che delle Muse e di Sofia l’aita.

  Con lui qualor di Rodope saliva
Fra l’alte selve, o rade orme imprimea
153Per la strimonia taciturna riva,

  Venia compagna la pieria Dea;
E perita a sonar l’imposto verso
156Eburnea lira a tergo gli pendea.

  Misurava col guardo l’universo
Tutto e, suo fregio, il padiglion celeste
159Di mille lumi fiammeggiante e terso.

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