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  Pur se dolore e noia
Fossero all’uman core affetti ignoti,
Dalla serena gioia
In cui t’immergi e nuoti,
95Parmi che noi saremmo ancor remoti.

  Quanti natura ed arte
Han lieti suoni: quanti fior gl’ingegni
Poser nell’auree carte,
Tu vinci, tu che sdegni
100La terra ed ardui voli al vate insegni.

  Prestami i tuoi concenti!
Tali in divino rapimento immerso
Diffonderò torrenti
Di suon, che l’universo
105Udrammi, come io muto odo il tuo verso.




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