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  E tu, come insensata, all’opra invano
Movevi, o poverella; e già la sera
60L’ombre allungava sul deserto piano,

  Quando mossa a’ tuoi guai venne la schiera
Delle preste formiche a darti aita;
63Ed il sol tutto ascoso ancor non era,

  Che scegliendo, traendo e la spedita
Spalla indefessa quelle pie gravando,
66Per te l’ardua fatica ebber fornita.

  Ed or novellamente ir devi in bando;
Ancor di Pluto alle dolenti case
69Di Venere t’invia l’aspro comando.

  Della beltà, che guasta le rimase,
Or t’è mestier dall’infere magioni
72Alla Dea riportar l’occulto vase.

  Riporta, Psiche, a Venere i suoi doni;
Nè di vezzi femminëo desio
75L’orciuol fatale a scoperchiar ti sproni.

  Aperto è ’l vase. Soporoso e rio
Esce quindi un velen che all’infelice
78Preme le membra di mortale obblio.

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