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78 | l'incoronazione. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Versi di Giuseppe Giusti.djvu{{padleft:102|3|0]]
D’Arpie poi scese una diversa pêste
Nel santuario a dar l’ultimo sacco:
O vendetta d’Iddio! pesta il Cosacco
Di Pier la veste.
O destinato a mantener vivace
Dell’albero di Cristo il santo stelo,
La ricca povertà dell’Evangelo
Riprendi in pace.
Strazii altri il corpo; non voler tu l’alma
Calcarci a terra col tuo doppio giogo:
Se muor la speme che al di là del rogo
S’affisa in calma,
Vedi sgomento ruinare al fondo
D’ogni miseria l’uom che più non crede;
Ahi! vedi in traccia di novella fede
Smarrirsi il mondo.
Tu sotto l’ombra di modesti panni
I dubitanti miseri raccogli:
Prima a te stesso la maschera togli,
Quindi ai tiranni.
Che se pur badi a vender l’anatema,
E il labbro accosti al vaso dei potenti,
Ben altra voce all’affollate genti:
« Quel diadema
» Non è, non è, (dirà) de’ santi chiodi,
» Come diffuse popolar delirio:
» Cristo l’armi non dà del suo martirio
» Per tesser frodi.
» Del vomere non è per cui risuona
» Alta la fama degli antichi Padri:
» È settentrïonal spada di ladri,
» Tôrta in corona.