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a girolamo tommasi. 91

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E tosto intenderai come dal verme
  Di bavose letture allumacato,
  Del genio paesano appena nato
  Raggrinza il germe.

Non tutti il vento forestiero intasa;
  V’ha chi bee le native aure vitali:
  Ma non è già chi spolvera scaffali
  Tappato in casa;

E sol perchè di Cronache e Leggende
  E di scene cucite un sudiciume,
  Per carestia, per noia e per costume
  Si compra e vende,

Pensa e s’allenta in pueril conato
  Di Storia o d’Epopea, tisico a tanto,
  O sotto il peso di tragico manto
  Casca sfilato;

O briaco di sè scansa la gente,
  E per il lago del cervello oscuro
  Pescando nel passato e nel futuro
  Perde il presente:

Ma quei cui non fann’ombra all’intelletto
  La paga, il boia e gli altri spauracchi;
  Che si misura senz’alzare i tacchi
  Col suo subietto;

Che benedice alla nativa zolla,
  Nè baratta sapore o si tien basso,
  Se, Dio volendo, invece d’ananasso
  Nacque cipolla.

Varian le braccia in noi, varia l’ingegno
  A diversi bisogni accomodato:
  E trono e forca e seggiola e steccato
  Non fai d’un legno.

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