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122 | la terra dei morti. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Versi di Giuseppe Giusti.djvu{{padleft:146|3|0]]
Ecco, su tutti i punti
Della tomba funesta
Vagar di testa in testa
Ai miseri defunti
Il pensiero abbrunato
D’un panno mortuario.
L’artistico, il togato,
Il regno letterario
È tutto una moría.
Niccolini è spedito;
Manzoni è seppellito
Co’ morti in libreria.
E tu giunto a Compieta,
Lorenzo, come mai
Infondi nella creta
La vita che non hai?
Cos’era Romagnosi?
Un’ombra che pensava,
E i vivi sgomentava
Dagli eterni riposi.
Per morto era una cima,
Ma per vivo era corto;
Difatto, dopo morto
E più vivo di prima.
Dei morti nuovi e vecchi
L’eredità giacenti
Arricchiron parecchi
In terra di viventi.
Campando in buona fede
Sull’asse ereditario.
Lo scrupoloso erede
Ci fa l’anniversario.