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per il ritratto di dante. | 133 |
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Diffusa una serena
Mestizia arde per gli occhi e per le gene,
E grave il guardo e vivido balena
Come a tanto intelletto si conviene;
E nello specchio della fronte austera,
Qual sole in acqua mera,
Splende l’ingegno e l’anima, sicura
Sotto l’usbergo del sentirsi pura.
Tal nella vita nuova
Fosti, e benigne stelle ti levaro
Di cortesia, d’ingegno in bella prova,
E di valor, che allora ivan del paro.
Così poi ti lasciò la tua diletta,
La bella giovinetta,
Nella selva selvaggia incerto e solo,
Armandoti le penne a tanto volo.
Così fermo e virile
Frenar tentasti il tuo popolo ingiusto;
Così, cacciato poi del bello ovile,
Mendicasti la vita a frusto a frusto,
Ben tetragono ai colpi di ventura;
E della tua sciagura
Virtù ti crebbe, e potè meglio il verso
Descriver fondo a tutto l’Universo.
Solingo e senza parte
Librasti in equa lance il bene e il male,
E nell’angusto circolo dell’arte
Come in libero ciel spiegasti l’ale.
Novella Musa ti mostrava l’Orse,
E fino a Dio ti scôrse
Per lo gran mar dell’essere l’antenna,
Che non raggiunse mai lingua nè penna.
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