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la scritta. 141

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Un gran trepestio
  S’udiva una sera
  Di zampe e di ruote:
  Con tal romorio
  Lontana bufera
  Gli orecchi percuote.
  Gran folla di gente,
  Saputa la cosa,
  Al suono accorrea,
  E tutta lucente
  Brillar della sposa
  La casa vedea.

La fila de’ cocchi
  Solcava la strada
  A perdita d’occhi:
  Per quella contrada
  Un ite e venite
  Di turbe infinite;
  Continuo lo strano
  Vociar de’ cocchieri;
  E in mezzo al baccano,
  Tra torce e staffieri,
  La ciurma diversa,
  Plebea e signora,
  Nell’atrio si versa
  In duplice gora.

Là smonta la Dama,
  E qua la pedina
  Che adesso si chiama
  O zia, o cugina;
  Il gran Ciambellano
  V’arriva da Corte,
  E dietro un tarpano
  Da fare il panforte.

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