< Pagina:Versi di Giuseppe Giusti.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

la scritta. 147

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Versi di Giuseppe Giusti.djvu{{padleft:171|3|0]]


Sol con quei tangheri
  Che stanno in piede,
  Seduta a chiacchiera
  Qua e là si vede

Qualche patrizia
  Andata ai cani,
  Più democratica
  Co’ terrazzani.

Genio, che mediti
  Di porre i sarti
  Nell’accademia
  Delle Bell’Arti;

A cui del cranio
  Sopra le cuoia
  Sfavilla l’organo
  Della cesoia;

Reggi la bussola
  Dell’estro gretto,
  E colla critica
  Dell’occhialetto

Profila i termini
  Della distanza
  Tra la goffaggine
  E l’eleganza.

Là tra la ruvida
  Folla spregiata,
  Stretta negli angoli
  E rinzeppata,

Vedresti d’uomini
  Scorrette moli,
  Piantate, immobili,
  Come pioli;

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.