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184 l'amor pacifico.

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Di qua, di là, per casa, e nel giardino
  Tutta si sparpagliò la compagnia;
  Ma fiacchi dal disagio del cammino
  Di due salotti e d’una galleria,
  Provvidero gli amanti alla persona,
  E fecer alto alla prima poltrona.

Nel primo abbocco degl’innamorati
  Si sa che non v’è mai senso comune;
  Ma quando tutti e due sono impaniati,
  Ognun dal canto suo slenta la fune;
  Ognuno sa ciò che l’altro vuol dire,
  Ognun capisce perchè vuol capire.

Dopo mezz’ora e più di pausa muta,
  Taddeo si fece franco e ruppe il ghiaccio,
  E cominciò: Signora, l’è piaciuta
  La crema? — Eccome! — Sì? me ne compiaccio:
  E quei tordi? — Squisiti! — E lo zampone? —
  Eccellente! — E quel dentice? — Bonone! —

Per verità, si stava un po’ pigiati...
  Era un bene per me l’averla accosta;
  Ma se per caso ci siamo inciampati,
  Creda, Signora, non l’ho fatto a posta. —
  Oh le pare! anzi lei ci stava stretto;
  Scusi, vede, son grassa... — È un bel difetto! —

Lo crede? — In verità! codesto viso
  È una Pasqua, che il Ciel glielo mantenga.—
  Son sana. — Altro che sana! è un Paradiso! —
  Ma via, sono un po’ grossa... — Eh se ne tenga!
  Per me... vorrei... se mi fosse concesso... —
  Che cosa? — Rivederla un po’ più spesso. —

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