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gingillino. 205

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  La casta Vergine
  Ond’io m’adiro,
  A cui quell’alito
  Mozza il respiro.

  Nata alle vivide
  Fonti, all’ameno
  Rezzo dei lauri,
  Al ciel sereno,

  Di quella bozzima
  Che là s’infogna,
  Sente l’ingenua
  Schifo e vergogna.

  La turpe bolgia
  Sdegnando io stesso,
  Ove alleluia
  Canta il Processo,

  Varco allo stabbio
  Che aduna a sera
  I Birrocratici
  Di bassa sfera.

  Giace in un vicolo
  Sghembo e remoto,
  Tra le pozzanghere
  D’eterno loto,

  Nera casipola
  A uscio e tetto,
  Che d’una trappola
  Ti dà l’aspetto.

  Dal bugigattolo
  De’ Magistrati,
  Dal serbatoio
  Degli Avvocati,

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