< Pagina:Versi di Giuseppe Giusti.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

la guerra. 239

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Versi di Giuseppe Giusti.djvu{{padleft:263|3|0]]


Sì sì, pensiamo al cuoio,
  E la gotta a’ soldati.
  Cannone e filatoio
  Si sono affratellati;
  È frutto di stagione
  Polvere di cotone.

Di guerresco utensile
  Gli arsenali e le rocche
  Ridondano: il fucile
  Sbadiglia a dieci bocche
  De’ soldati alle spalle,
  Affamato di palle.

Nè mai tanto apparato
  D’armi, crebbe congiunto
  A umor sì moderato
  Di non provarle punto.
  Dormi, Europa, sicura;
  Più armi e più paura.

Popoli, respirate;
  E gli eroi macellari
  Cedano alle stoccate
  Degli eroi milionari:
  La spada è un’arme stanca,
  Scanna meglio la banca.

Bollatevi tra voi,
  Re, ministri e tribune;
  Gridate all’arme, e poi
  Desinando in comune,
  Gran proteste di stima,
  E amici più di prima.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.