< Pagina:Versi di Giuseppe Giusti.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

241

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Versi di Giuseppe Giusti.djvu{{padleft:265|3|0]]

SANT’AMBROGIO.


 
Vostra Eccellenza che mi sta in cagnesco
  Per que’ pochi scherzucci di dozzina,
  E mi gabella per anti-tedesco
  4Perchè metto le birbe alla berlina,
  O senta il caso avvenuto di fresco,
  A me che girellando una mattina,
  Capito in Sant’Ambrogio di Milano,
  8In quello vecchio, là, fuori di mano.

M’era compagno il figlio giovinetto
  D’un di que’ capi un po’ pericolosi,
  Di quel tal Sandro, autor d’un Romanzetto
  12Ove si tratta di Promessi Sposi......
  Che fa il nesci, Eccellenza? o non l’ha letto?
  Ah, intendo: il suo cervel, Dio lo riposi,
  In tutt’altre faccende affaccendato,
  16A questa roba è morto e sotterrato.

Entro, e ti trovo un pieno di soldati,
  Di que’ soldati settentrïonali,
  Come sarebbe Boemi e Croati,
  20Messi qui nella vigna a far da pali:
  Difatto se ne stavano impalati,
  Come sogliono in faccia a’ Generali,
  Co’ baffi di capecchio e con que’ musi,
  24Davanti a Dio diritti come fusi.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.