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278 storia contemporanea.

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Entra in casa, spalanca la vetrata
  Con lì pronta la carta e il calamaio,
  E un’ora sana non era passata
  Che già n’avea bollati un centinaio.
  Contento per quel dì della retata,
  Chiappa le scale e trotta arzillo e gaio,
  De’ tanti Commissari al più vicino,
  E là, te gli spiattella il taccuino.

Con una gran risata il Commissario,
  Lette tre righe, lo guardò nel muso,
  E disse: bravo il sor Referendario!
  La fa l’obbligo suo secondo l’uso:
  Si vede proprio che ha perso il Lunario,
  E che ne’ Pazzerelli è stato chiuso.
  La non sa, Signor mio, che Su’ Altezza
  Ora al Buonsenso ha sciolta la cavezza?

— Su’ Altezza? al Buonsenso? E non corbello!
  Al Buonsenso...? non era un crimenlese?
  Ma qui c’è da riperdere il cervello!
  O dunque adesso chi mi fa le spese? —
  So io dimolto? gli rispose quello;
  Che fo l’oste alle birbe del paese?
  Animo, venga qua, la si consoli,
  La metterò di guardia a’ borsaioli.

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