< Pagina:Versi di Giuseppe Giusti.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

279

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Versi di Giuseppe Giusti.djvu{{padleft:303|3|0]]

ALLI SPETTRI DEL 4 SETTEMBRE 1847.


Quella notizia gli aveva dato una
disinvoltura, una parlantina, insolita
da gran tempo.
Promessi Sposi, cap. 38.


Su Don Abbondio, è morto Don Rodrigo,
  Sbuca dal guscio delle tue paure:
  È morto, è morto: non temer castigo,
  Destati pure.

Scosso dal Limbo degl’ignoti automi,
  Corri a gridare in mezzo al viavai
  Popolo e libertà, cogli altri nomi,
  Seppur li sai.

Ma già corresti: ti vedemmo a sera
  Tra gente e gente entrato in comitiva,
  E seguendo alla coda una bandiera
  Biasciare evviva.

Cresciuta l’onda cittadina, e visto
  Popolo e Re festante e rimpaciato,
  E la spia moribonda, e al birro tristo
  Mancare il fiato,

Tu, sciolto dall’ingenito tremore,
  Saltasti in capofila a far subbuglio,
  Matto tra i savi, e ti facesti onore
  Del sol di luglio.

Bravo! Coraggio! Il tempo dà consiglio:
  Consigliati col tempo all’occasione:
  Ma intanto che può fare anco il coniglio
  Cuor di leone,

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.