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istruzioni a un emissario. 283

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Franco ma destro. A primo non è bene
  Buttarsi a nuoto come fa taluno,
  Che quando ha dato il tuffo e’ non si tiene,
  E tanto annaspa che lo scopre ognuno.
  Prender la lepre col carro conviene,
  Girar largo, non essere importuno,
  Tastare e lavorar di reticenza,
  Con quel giudizio che pare imprudenza.

Far la vittima no, non vi consiglio,
  Perchè il ripiego è noto alla giornata;
  Da sedici anni in qua, codesto appiglio
  Tanta gente in quei luoghi ha bindolata,
  Che si conosce di lontano un miglio
  La piaga vera e la falsificata.
  Anzi vantate, e fatevene bello,
  Che nessuno v’ha mai torto un capello.

Fatto che vi sarete un bravo letto
  Nell’animo di molti, e decantato
  Vi sentirete per un uomo schietto,
  E dei fatti di qua bene informato,
  Dite corna di me, ve lo permetto,
  Dite che dormo, che sono invecchiato;
  Inventatene pur, se ve ne manca,
  Chè, come dico, vi do carta bianca.

Del ministro di là dite lo stesso
  Ne’ Caffè, ne’ Teatri, in ogni crocchio;
  Anzi, a questo proposito, v’ho messo
  Sul passaporto un certo scarabocchio,
  Ghe vuol dire, inter nos, ordine espresso
  Di lasciar fare e di chiudere un occhio.
  Andiamo: ora che siete in alto mare,
  Ecco la strada che vi resta a fare.

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