< Pagina:Versi di Giuseppe Giusti.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
310

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Versi di Giuseppe Giusti.djvu{{padleft:334|3|0]]

DELLO SCRIVERE PER LE GAZZETTE.


Sdegno di far più misere
  Con diuturno assalto
  Le splendide miserie
  Di chi vacilla in alto;
  Sdegno, vigliacco astuto,
  Insultare al cadavere
  Dell’orgoglio caduto.

Nè bassa contumelia
  Che l’uomo in volto accenna,
  Nè svergognato ossequio
  Mi brutterà la penna,
  La penna, a cui frementi
  Spirano un vol più libero
  Più liberi ardimenti.

Oh se talor, negl’impeti
  Ciechi dell’ira prima,
  In aperto motteggio
  Travierà la rima,
  A lacerar le carte
  Tu, vergognando, aiutami,
  O casto amor dell’arte.

Il riso malinconico
  Non suoni adulterato
  Dell’odio o dell’invidia
  Dal ghigno avvelenato,
  Nè ambizïon delusa
  Sfiori la guancia ingenua
  Alla vergine Musa.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.