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a uno scrittore di satire in gala. | 315 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Versi di Giuseppe Giusti.djvu{{padleft:339|3|0]]
Di te, dell’età tua prenditi cura;
Lascia a’ ripetitori e agl’indovini
Sindacar la passata e la futura.
Scrivi perchè t’intendano i vicini
A tutto pasto, ed a tempo avanzato
Ci scriverai di Greci e di Latini.
Uno che non la voglia a letterato,
Che non ambisca a poeta di stía,
Di becchime dottissimo inghebbiato,
Ci preferisca in prosa e in poesia,
Pur di cantare a chiare note il vero,
Un idiotismo a una pedanteria:
Poi non si cresca onor nè vitupero
Perchè lo pianti all’Indice quel Prete
Che mal si chiama succeduto a Piero;
Nè calcolatamente nella rete
Dia di capo del birro, onde gli venga
Celebrità d’esilio o di segrete:
E non lasci che d’anima lo spenga
Nè diploma, nè paga, nè galera:
Chi le vuol se le pigli e se le tenga,
Chè ognuno è matto nella sua maniera.