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a uno scrittore di satire in gala. 315

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Di te, dell’età tua prenditi cura;
  Lascia a’ ripetitori e agl’indovini
  Sindacar la passata e la futura.

Scrivi perchè t’intendano i vicini
  A tutto pasto, ed a tempo avanzato
  Ci scriverai di Greci e di Latini.

Uno che non la voglia a letterato,
  Che non ambisca a poeta di stía,
  Di becchime dottissimo inghebbiato,

Ci preferisca in prosa e in poesia,
  Pur di cantare a chiare note il vero,
  Un idiotismo a una pedanteria:

Poi non si cresca onor nè vitupero
  Perchè lo pianti all’Indice quel Prete
  Che mal si chiama succeduto a Piero;

Nè calcolatamente nella rete
  Dia di capo del birro, onde gli venga
  Celebrità d’esilio o di segrete:

E non lasci che d’anima lo spenga
  Nè diploma, nè paga, nè galera:
  Chi le vuol se le pigli e se le tenga,

Chè ognuno è matto nella sua maniera.

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