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FRAMMENTI.



Di tenersi nel confine
  Della propria intelligenza,
  E l’umane discipline
  E l’eterna sapïenza,
  Ammoniscono le menti
  D’ogni freno impazïenti.

. . . . . . . . . . . . . . . .
  . . . . . . . . . . . . . .
  . . . . . . . . . . . . . .
  . . . . . . . . . . . . . .
  . . . . . . . . . . . . . .
  . . . . . . . . . . . . . .

Il divieto di quel pomo
  Che, sedotta dal serpente,
  Pregustato offerse all’uomo
  La consorte incontinente;
  E lo sforzo di Babele
  Che confonde le loquele;

£ Fetonte che alle prove
  Si scottò la mano ardita,
  E colei che fu di Giove
  Nell’amplesso incenerita,
  Fanno il saggio circospetto
  Nell’ardir dell’intelletto.

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