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324 | sonetti. |
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Tacito e solo in me stesso mi volgo
Interrogando il cor per ogni lato,
E con molti sospir del tempo andato
Tutta dinanzi a me la tela svolgo.
E dure spine e fior soavi colgo,
Qua misero mi trovo e là beato;
Or mi sento coi pochi alto levato,
Ora giù caddi e vaneggiai col volgo.
Già del passato l’avvenir più breve
Parmi; e il piè che va innanzi stanco e tardo,
Ricalca l’orme sue spedito e lieve.
E la mente veloce come dardo,
Quasi a un diletto che lasciar si deve,
Volge d’intorno desiosa il guardo.
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