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sonetti. 325

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La nomèa di poeta e letterato
  Ti reca, amico mio, di gran bei frutti,
  E il più soave è l’essere da tutti
  4E lodato e cercato e importunato.

Il grullo, l’ebete, il porco beato,
  Lo spensierato, ed altri farabutti,
  Fanno in pace i lor fatti o belli o brutti,
  8Ed hanno tempo di ripigliar fiato.

Ma l’ingegno che spopola e che spalca
  È l’asino d’un pubblico insolente
  11Che mai lo pasce e sempre lo cavalca.

E gli bisogna, o disperatamente
  Piegar la groppa a voglia della calca,
  14O dare in bestia come l’altra gente.

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