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338 per le feste triennali di pescia.

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Tu beato in te stesso
  Quand’anco il tempo e la vita non era,
  Pur di te nel creato un segno espresso,
  Qual di suggello d’oro in molle cera,
  Volesti, e si compose
  Questo mirabil ordine di cose.

Come pugno d’arena
  Disseminasti pel vano infinito
  L’eteree faci: il moto e la catena
  Tu reggi delle sfere, e tu col dito
  Segni l’ultime sponde
  Ai fuochi occulti e al fremito dell’onde.

D’invisibili penne
  Armi la ruinosa ala dei venti;
  Per te si versan da fonte perenne
  I fiumi, e quasi corridor fuggenti
  La verga tua gli spinge
  Nel mar che tutto intorno il suol recinge.

L’aere, la terra e l’acque
  Di varia moltitudine infinita
  Diversamente popolar ti piacque.
  Il cerchio universal di tanta vita
  Che il tuo valore adorna,
  Da te muove, in le vive, a te ritorna.

Or dall’empirea reggia
  D’onde piove di grazia almo ristoro,
  Come artista che infuse e rivagheggia
  Tanta parte di sè nel suo lavoro,
  Padre, rivolgi a noi
  La benigna virtù degli occhi tuoi.

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