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per le feste triennali di pescia. | 339 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Versi di Giuseppe Giusti.djvu{{padleft:363|3|0]]
Come l’umíl villano
La casa infiora, e tien purgato e netto
L’ovile intorno, se il signor lontano
Ode che venga al suo povero tetto;
Oggi così le genti
T’invocano fra loro, e reverenti
Questa pompa devota
T’offrono nel desio di farti onore.
Mille voci concordi in una nota
E mille alme che infiamma un solo amore,
Come vapor d’incenso
Salgono a te pel chiaro etere immenso.
I colli circostanti,
In tanto lume di letizia accesi,
Ridono a te che di luce t’ammanti
E nella luce parli e ti palesi,
Rompendo col fulgore
Della tua maestade ombre d’errore.
Tale il pastor di Jetro
Che tolse al giogo il tuo popol giudeo.
Prima che tanta si lasciasse addietro
Ruina di tiranni all’Eritreo,
Sul rovo fiammeggiante
Ti vide e t’adorò tutto tremante.
Bello dei nostri cuori
Farti santo olocausto in primavera,
Or che l’erbe novelle e i nuovi fiori
Tornan la terra alla beltà primiera,
E rammentar ne giova
Quell’aura di virtù che ci rinnova.