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al padre bernardo da siena. 345

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S’asside al focolar tutta contenta,
  Vigilando la vita che le avanza,
  E le miserie sue par che non senta:

Chè d’altro gaudio e di più lieta stanza,
  Abbandonando questo triste esiglio,
  Dalle parole tue prende speranza.

La giovinetta, cui tinge in vermiglio
  Un primo amor la gota pudibonda,
  Tacita ascolta serenando il ciglio:

Chè tu le annunzi i dì quando, feconda
  Di bella prole, con materna cura
  La famigliola sua farà gioconda:

E ne sospira, e a Dio volge secura
  Il secreto pensiero e gli occhi belli,
  Specchi dell’alma innamorata e pura.

Tu ridesti a virtude e rinnovelli
  I giovanili petti, e gli richiami
  Agli amplessi d’amici e di fratelli.

Chè il Signor di santissimi legami
  Volle contento il suo popol diletto,
  Perchè s’unisca giubilando e s’ami.

Per occulta virtù, che dall’aspetto
  Di bella verità prende argomento,
  Tu n’avvicini al Ben dell’intelletto.

E in estasi di pace e di contento
  L’anima lieta s’abbandona, e riede
  Teco all’Amor che mosse il firmamento.

Per te gentil desio sorger si vede
  E d’onorati studi e d’atti onesti,
  Di virtù sante e d’incorrotta fede.

Celeste Verità, che i brevi e mesti
  Giorni di vita esalti e rassereni
  Quando al guardo mortal ti manifesti;

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