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FRAMMENTO.


Con la fida lucerna
  Spesso del meditar prendo diletto,
  Virtù che l’uomo eterna
  Derivando dai libri all’intelletto.

Il solitario lume
  Guizza sull’alba, e inaridito manca.
  La parete e il volume
  Trema, e svanisce alla pupilla stanca.

Tace la mente, ed erra
  Da subiti fantasmi esagitata,
  E il cor mesto si serra
  Come perdendo una persona amata.

Ma nel buio profondo
  Splende alla fantasia luce divina:
  E oblia la vita e il mondo
  L’innamorata mente peregrina.

Varca i secoli, e gli anni
  Scorda che il ciel le diè mesti e fuggenti:
  Poi torna ai noti affanni,
  O rivive nei suoi giorni ridenti.

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