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Non ha tanto cordame un bastimento
  Quanto n’hanno costor, che ricerchiati
  Vanno di qui e di là come una botte:
  Diversamente son tanto sfrollati,
  Che se non li reggesse il finimento
  Si disfarebber come pere cotte.
  Quando arriva la notte,
  Svita pezzo per pezzo il cameriere,
  E ripostigli mezzi in un cassetto,
  Versa il resto nel letto;
  Ma proprio è un far la zuppa nel paniere.

Oh quante volte, tutta spaventata,
  Si vide far la Venere bigotta
  Invece d’un inchino un traballone!
  Oh quante volte differì la gotta
  Le visite amorose, e soffocata
  Restò nell’asma una dichiarazione!
  «Di tanta affezïone»
  Disse un di lor toccandosi la zucca
  «Dolce pegno, amor mio, resti tra noi:»
  E non potendo i suoi,
  Un ricciolo tagliò della parrucca.

Insorse un dì rivalità d’amore
  Fra loro, e per seguirne era una strage;
  Ma tirò vento e disturbò l’assalto;
  Tenerli bisognò nella bambage
  Tre mesi, e ogni Speziale, ogni Dottore,
  Ed ogni Ciuca prendere in appalto:
  Le fiere grucce in alto,
  I formidabilissimi accidenti
  Brandian con un catarro da leoni;
  Eran cinque i campioni,
  E in cinque digrignavano tre denti.

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