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la vestizione. | 45 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Versi di Giuseppe Giusti.djvu{{padleft:69|3|0]]
Col manto il muso
Si ricoprì.
Da quella faccia
Che lo minaccia
Celarsi crede,
Ma sempre vede
Cose d’inferno
Coll’occhio interno
Della paura,
Che non si tura.
Ansi, raccolto
In sè medesimo,
Si sentì l’animo
Viepiù sconvolto.
E di più nere immagini
Gli si turbò la mente:
Sognò l’accusa, il carcere,
La Corte, il Presidente;
In banco di vergogna
Sedè coi malfattori;
Udì parlar di gogna,
Di pubblici lavori.
Tosato, esposto al popolo,
Ai tocchi d’un battaglio,
L’abito nobilissimo
Cangiò colore e taglio:
La croce sfigurata
Pareva un cartellaccio,
Lo sprone un catenaccio,
La spada una granata.
Poi vide un’alta macchina,
Un militar corteo;
Fantasticò d’ascendere
Su per uno scaleo;