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(CVII.) |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Versi sciolti dell'abate Carlo Innocenzio Frugoni.pdf{{padleft:110|3|0]]
Pel ripulita l’una, e l’altra guancia?
Il primo lume a gli occhi, il vigor primo
Sarà tornato a le ginocchia? ed altro
A regal mensa gusterai, che ingrate
Polveri, ed acque, che per torto vetro
A goccia a goccia lagrimaro, e prezzo
Trasser da i vani speciosi nomi,
E da la nostra in van credula speme?
Te pur vide il Teatro avide orecchie
Porgere al canto, che sì vario, e dolce
Da le canore emole bocche uscia.
Dimmi, dov’eri allor, non ti parea
Che ineffabil dolcezza, quasi fiume
Repente l’alma t’inondasse, e i sensi?
E se pur qualche non ben vinto avanzo
Di febbre ancora ti scorrea le fibre,
Non lo vinse il piacer, che ratto corse
Tutti a dettar tuoi spiriti vitali,
E limpidi, e vivaci li condusse
Di vena in vena, e gli ordinò nel core?
Certo quello fu il dittamo, che indarno
Ne l’arte fua cerca Galen, ne’l trova:
Quello il balsamo fù, che ti disciolse