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Noftro è Ponor, qual de le Franche Mufe
Ne toglie il pregio de l’arguta lira?
Grecia, lo sò, chiara ten vai pel fuono *
Del Pindarico plettro: ancor ne’ facri
Verfi d’ aura cclclle accefi, e caldi
De’ Vincitori Elei/pandon faville
L’ onorate memorie : ancora i Cocchj
Di polver bianchi, e la fchiyata meta
Da le fervide rote alzano i prifehi
Tuoi faticofi Figli a gli alti Dei
Signori de le Terre : Immenfo feende
Pindaro; e fiume, lo dirai, che d’acque
Inefaulle profondo e fpuma, e ferve,
E in fuo cammin fonti afforbendo, e rivi,
.Soverchia fponde, e nuove flrade, e nuovi:
Sentier tentando in fuo mirabil corfo,
E il vicin Campo, ed il lontano inonda;
E Tu, per cui Venofa emula furfe
A la canora Tebe, Augel d’eterne
Candide penne, il sò, ne i Latin modi
Primier sfidarti le Tcbane corde;
E Roma ebbe il fuo Pindaro, e fei vide
Signor de gli anni, al trionfai Tarpeo

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