< Pagina:Versi sciolti dell'abate Carlo Innocenzio Frugoni.pdf
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

(XII.)

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Versi sciolti dell'abate Carlo Innocenzio Frugoni.pdf{{padleft:15|3|0]]

AL SIG. CO: AURELIO BERNIERI


Ornatissimo Cavaliere.


Pensa in quanti modi tentino i Poeti di acquistar fama, e difficoltà dell’impresa.


B
Ernier, fu quest’Aurora, i’ non so, come

Desto mi son, che il Cacciator non lungi
  Romoreggiando per le secche stoppie
  Giva inseguendo, e ne le tese reti
  5Cacciando le pedestri, incaute quaglie
  Immemori de l’ali, e de la fuga:
  Nè so, perche di buon mattin mi sia
  Desto oltre 1’uso. Su le mie palpebre
  Vapor tenace di soave sonno
  10Dai papaveri suoi Morfeo diffonde,
  E rado, anzi non mai rinascer veggio
  La nimica de i Ladri, e degli Amanti
  Ridente Sposa, che de i fior nudrice
  Del rugoso Titon lasciar s’affretta
  15I vani amplessi, e le infeconde piume.
  Pur non potendo le vegghianti ciglia
  Più ricomporre in placida quiete
  Presi a pensar sotto le molli coltri


A me

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Versi sciolti dell'abate Carlo Innocenzio Frugoni.pdf{{padleft:15|3|0]]

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.