Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
(XXIII.) |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Versi sciolti dell'abate Carlo Innocenzio Frugoni.pdf{{padleft:26|3|0]]
Teco chiamasti ad abitar su l’Istro,
65Nobil Cultor di Pindo, e de le prische
Storie, Maestre de la vita, amico,
Non io di quanti, per sì caro, e santo
Nodo trasser quaggiù beati giorni
Farò memoria; perche in ampia Messe
70Scerre mi giova sol due spiche elette,
Che d’aureo gruppo novamente avvinte
Veggio or lungo la Parma empier di speme
E di gioconditate i patrj solchi.
Veggio il Melio Garzon, che ne le vene
75Non tralignante mai volve il buon sangue
Succo regal: Veggio 1’eccelsa Donna,
Cui lo accoppiar gli Dei, Donna, che vero,
E degno germe del Collalto ceppo,
Venne per lungo onor d’Avoli egregi
80Dei Longobardi Re da 1’alta stirpe.
Qual’ altra vide, o qual vedrà più lieta
Altra copia di poi 1’Italo Cielo?
Di, se dal ver mi parto, e se i miei detti,
O Dio Febo, di lusinga aspergo.
85Forse tu cinto di purpuree rose,
Novo in sul Taro celebrato Sposo
Caro |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Versi sciolti dell'abate Carlo Innocenzio Frugoni.pdf{{padleft:26|3|0]]