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(LII.) |
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Vieni, e mentre il tuo suon ricerco, e tempro
L’importuno garrir, preda de i venti,
Abbiansi le spumose onde Tirrene.
45Non è senza ragion, se al ritornato
Cavalier prode, avventuroso Germe
De Magnanimi Terzi il Taro sona
Di festoso concento. E che? vedremo
Sopra nudi argumenti, e d’onor voti
50Forzata impallidir la bella Euterpe;
E allor potrà, quasi cagion non abbia,
Tacer la giusta universal querela?
E dove degno de’ suoi sacri studj
Suggetto appaja, se vorrà da Pindo
55Ella mandargli incontro accesi d’estro
Inni dovuti, qual in Ischia suole
Per cupe vie di sotterraneo vano
Liquido zolfo serpeggiare, occulto
Scotitor de la terra, ascosa, e bieca
60Rampogna invida andrà di lingua in lingua
Tentando biasmo a i ben diffusi inchiostri?
Quanti mai sete, ma non sete molti,
Perocché a pochi dier gli Dei divina
Tempra d’ingegno, e rapido tesoro
Di |
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