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(LXIII.)

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  295Spinger aste, e destrieri, e il giusto freno
  Mal ricusante vide l’ampio Drava
  Sul procelloso Ungarico tumulto
  Portar fin dentro l’espugnate Rocche
  Di bellica vendetta estremo lutto:
  300Saggio! che poscia fra i Boemi acquisti,
  Lungo a i posteri tuoi fermo retaggio,
  Volesti dopo i ben sofferti in campo
  Vittoriosi dì, placate l’ire,
  Dovuto anche a gli Eroi cercar riposo.
305Te, Francesco, io vorrò sol de’ tuoi raggi,
  Mostrar di Cirra da l’ombrose cime
  Alteramente ornato, unica stella,
  Che su i miei versi, e su gli altrui scintilli.
  Quest’alma Tua, che d’onorato zelo
  310Tutta ferve, e sfavilla, onde non sai
  Fuor dei retti sentieri imprimer’orma,
  Questa è la luce tua, che da Te nasce,
  E senza l’altra de’ Maggiori tuoi
  Se stessa sopra Te larga spargendo
  315Te nobilmente illustra, e da sinistro
  Caliginoso tempo onta non pave.
  Questa t’accompagnò, quando varcato


Tan-

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