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(LXVI.) |
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Affaticato da semestre notte
365Esce, e giocondo il breve Sol saluta
L’abitator de l’agghiacciato Polo?
Però qual non ti dee, mentre a noi riedi,
Plauso la Patria tua, plauso Elicona,
Dov’io tra le felici aure di Giano,
370Non vulgar sangue per le Muse nato,
( Taccia il bieco livor ) unqua non volli
Su detestata adulatrice lira
Mendicar grazia, e far dispetto al vero?
Non certo io tacerò, che grato a mille
375Favor signorilmente in me diffusi,
Lieto più ch’altri, al tuo Ritorno, e a i fausti
Successi tuoi, del non oscuro ingegno
Diffondo l’ali, e la tua schiatta egregia,
E l’egregio tuo nome ergo, e di molto
380Giorno di bella eternità cospargo:
Perocché sconoscenza, orrenda peste,
Da i lividi, cred’io, stagni d’abisso
La civil vita a contristar mandata
Nel ricordevol mio candido petto
385Su i beneficj altrui, qual suol talora
Di fertil Vite su le molli gemme
Nuvo- |
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