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(IV.)

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20Che rinascendo la rosata Aurora
Scote dal lembo de le azzurre vesti,
Non però mai gemma scemò di pregio,
Nò dotto Fabbro meno a lei d’intorno
Stancò l’industre man, nè cara meno
25Femmineo collo, o regal fronte l’ebbe
Raro ornamento, nè da stranio lido
Su l’onde prime del natio suo Mare
Men destra, e cheta a depredarla corse
D’accorto Pescator avida prora.
30Per teco ragionar questa, che grata
Suona agli orecchi tuoi, fé dritto estimo,
Cetra or ripresi, o buon Bajardi, a cui
Nè per lentezza di non ben temprate
Imbelli fibre, nè per abil cura
35Negata a i buon principi in capo dorme
La miglior parte, che a l’Uom’desse il primo
Facitor de le cose; e mentre teco
Muovo parole, che lung’arte, e lungo
Studio mi detta, le vulgari strida
40Rauche importune da portar ne l’acque
De l’iracondo mar consegno a i Venti.
Quanto, ahi quanto perdeo quest’alma Terra,


Tua

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