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Nascon spontanei fiori, e veder fansi
85A le Ninfe, a i Pastori, a l’aure, al campo
Per natural schietta beltà leggiadri:
Liberi, e pronti, e sol dischiusi, e desti
Da volontario d’onorarti ardore,
Al lampeggiar del tuo novello Culto
90Nacquer’essi da Noi, da Noi si fero
Sonar nel Tempio, e su le impresse carte
Da noi son mossi, se non è soverchio
Superba speme, a far di Te parole
Con questa, e con quant’altre età verranno.
95Nè soverchio superba è questa speme,
Ne certo vana: Imperocchè, qual’erra,
E spira dentro le incorrotte stille
Di balsamo Sabeo dal tempo intatta
Di vivifico odor aura gioconda,
100Serpe per essi, e signoreggia, e splende
In essi, e seco pur gli eterna ed erge
Cara a le genti, ed arbitra de gli anni,
De l’auree tue Virtù l’amabil luce.
E quando al nostro buon lavor, cui solo
105Basti, o Spirto immortal, fusse pur’uopo
D’altro ornamento, onde più a Te piacesse
E più |
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