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(LXXIV.)

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  130Corretti i danni, e lo squallor deterso
  Rifolgorar fè su le nostre ciglia
  In così novo maestoso aspetto,
  Che la fedel sua Parma indarno in esse
  Esse cerca, e non trova, e se veggendo
  135Per esse in parte rabbellir cotanto.
Questi, o buon Divo, che quaggiù par nato
  A pulir tutte le men colte cose,
  A i carmi nostri, che il silenzio, e l’ombra
  Privata ornai più tollerar non sanno,
  140Riluca in fronte, e d’onor pieni aggiunga
  I suoi Terreni a i Tuoi Celesti auspicj.


AL

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