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(XCIII.) |
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Tempra gli atti, e i sembianti, e ovunque vai,
Guida su l’orme tue vezzo, e decoro.
135Ma può le spiche numerar su i solchi,
Può di notturno Cielo ad una ad una
Contar lo stelle, e quanti fior nel grembo
Di Primavera aura gentil dischiude,
Chi tutte annoverar, tutti raccorre
140Può del tuo Volto, può de tuoi begli occhi
Le grazie, e i vivi lampi, e può de l’alma
Tutti ridire gl’immortali onori.
Or Tu non men di Lei sublime, e chiaro
Risorgente splendor, novo ornamento
145Dei prodi Malvicini, inclito Sposo,
Prendi parte del canto, e appieno mostra,
Se per più degna, e più mirabil Coppia
Le Pindariche fonti amica Euterpe
Aprir potea. Non tacerò de’ Toschi
150L’antico Regnator Celio, nè il forte
Celebrato Fonico, diletto a Marte,
Che indomita trattando asta vittrice,
Mille traendo a fianco ardite imprese,
Corse d’onor guerriero immensa strada.
155Egli era sommo Duce, egli era Sangue
Del |
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