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Mandello. 233

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Viaggio Da Milano Ai Tre Laghi.djvu{{padleft:249|3|0]]rivi dall'acquartieramento jemale qui destinato a qualche romana legione o coorte; e il secondo dall’olio, giacchè di fatti vi son qui molti ulivi, e più ve n’avea ne’tempi antichi. La sponda è quasi tutta scogliosa e inaccessibile; ed è ben ventura del navigante se v’ha fra gli scogli qualche angusto ricovero, ove celar la barca alla procella che vede venire nereggiante dal punto dove scaricarsi vede la pioggia o la grandine. Presso Olcio è pure una cava di marmo nero, or abbandonata.

Di là a Mandello non v’ha che due miglia. Grosso borgo è Mandello, fabbricato sur un piano formato dal vicin torrente sotto fertili e popolati colli, che s’appoggiano a’monti ben provveduti di pascoli e di legnami. Il palazzo Airoldi (or appartenente ai sigg. Pini), d’ottima architettura, era, dopo quello di Gravedona, il più vasto che si vedesse ne’contorni del Lario. La coltivazione degli ulivi è nel piano di Mandello, e nei primi colli che gli sovrastano, assai promossa. La popolazione di questi contorni corrisponde alla ben intesa e laboriosa coltivazione delle viti, de’grani e degli alberi fruttiferi d’ogni maniera. Dalla rupe che sta al sud di Mandello presso al lago furon cavate le otto colonne che ornano in Como il magnifico tempio del Crocifisso.

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