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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Vita di Dante, Petrarca e Boccaccio.djvu{{padleft:163|3|0]]taluni altri poeti ancora inslrutto, molte cose opportunamente ne inserì nell’egregio suo libro delle genealogie. Non guari dopo la morte di Boc- caccio parecchi uomini dottrinati al tempo stesso sursero, i quali nel fior degli anni, tutto discorso il campo della latinità, allo esempio recente de’dottissimi Petrarca, e Boccaccio, non esitarono di dare opera alle lettere greche. Quindi trasportati da veementissima foga di apprendere, un certo assai dotto uomo Costantinopolitano di nome Emmannele a sè chiamarono, non senza vistose impromesse da Costantinopoli, ov’ egli dimorava, sino a Firenze. E giuntovi, cosi a privata, e pubblica mercede per alcuni anni il trattennero a fine di apprendere, che molti dipoi più dotti ne fossero addivenuti. Che più dirò de’ greci studi, senibrandomi, della loro origine, e progresso più a la lunga aver discorso, di quanto erami proposto? Questi è quel Emmanuele Crisolora, da cui parecchi eccellenti discepoli tosto ne vennero, che poi la peregrina lingua dei greci non pure per l’Etruria, ma per alcune più nobili regioni Italiche, quasi ché fosse nuovo seme di lettere, così disparsero, che poco poscia mano mano crescendo, sino all’età nostra in mirabil guisa, sembri, essere fecondato. Or a che, dirà ulano, tutte queste cose rispetto alle greche lettere? A che? per aversi come ricevuto dal nostro Boccaccio tutto che àvvi di greco presso noi; il quale a proprie spese trapiantò nell'Etruria e precettore, e libri greci, da