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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Vita di Dante, Petrarca e Boccaccio.djvu{{padleft:47|3|0]]ti produrre; i) che dirollo a tua buona pace, non istimo esser vero in quanto che riguardi questo esilio. Perciocobè non mi ricordo aver letto dannato di perenne esilio un generoso cittadino, e sommo poeta, e benemerito de la patria nè presso le incivilite, nè presso le barbare nazioni; che anzi le eulte, e le selvagge i loro vati non sol dalla patria non scacciavano, ma in sommo onore tenevangli; e si avea in tanto pregio presso tutti il santo e venerando nome di poeta, che spesse fiate concede vasi la cittadinanza a’ peregrini poeti esteri viventi, e poi morti dell’onore de la città condecoravansi. Gonciossiaciiè, siccome narra Cicerone in quella orazione, che a favor di Àrchia poeta disse, i Colofonj vogliono Omero qud loro cittadino: quei di Scio lo vantan come proprio; i Salamini, e gli Smirnei il vogliono a sè, che però un tempio gli sacrarono nella città; parecchi altri ne altercano, e tra loro sei contendono; ciò che anche greci carmi di un certo antico poeta apertamente attestano, dicendo che queste sette cospicue città Elleniche, quali sono Samo, Smirne, Chio, Colofone, Pilo, Argo, e Atene, lunga pezza circa la Origine di Omero tra loro disputarono:
in che alcerto colai popoli de la Grecia meglio assai, del loro Platone, il dirò con pace di un tanto filosofo, opinarouo. Questi nella politica, che compose, è di avviso, doversi espellere da la città i poeti e viventi, e compatrioti; queglino per opposito doversi decorare della cittadinanza e mor-