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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Vita di Dante, Petrarca e Boccaccio.djvu{{padleft:53|3|0]]q) sao ritorno in patria precluse, statuì agli altri esuli col legarsi. Pertanto tutti gli usciti congregati in Gargonza, fermarono lor sede in Arezzo.

Quivi crearono lor capitano Alessandro Conte di Ropiena, e dodici consiglieri preposero al maneggio degli affari, fra’ quali fu Dante annoverato; così la loro speranza di tornare a le patrie mura sempre più alimentavano; fintantoché raccolto gran numero di complici, il ritorno a tutto sforzo ne tentassero. Adunata una ingente moltitudine non sol di esuli, ma bensì di amici e da Bologna, 7 e da Pistoja, di repente assalgono la città mal preparata; sicché presa animosamente una de leporte, entrarono improvvisi nella medesima; ma superati finalmente, l’oste non salutato, come é uso di dire, dandosi a le gambe, recedettero. Dante per colali vani sforzi degli esuli perduta la speranza della sua tornata, da Arezzo mosse per Verona

dove troppo cortesemente da Alberto.de la Scala Principe Veronese accolto, e dimoratovi alcun tempo, determinò altra via tentare pel suo ritorno in patria. A late scopo dolcemente diportandosi verso il popolo Fireniino, cercava, per ispontanea rivocazione di chi reggeva, potervi tornare.

Perché in tal proposito durando-, molte lettere e a privati cittadini, e al popolo scrisse: co* ai comincia quella al popolo indiritta» Popol mio che mai ti ho fatto? e ciò che segue. Dappoi tenne verso Bologna, ove tuttoché poco fosse dirno-

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