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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Vita di Dante, Petrarca e Boccaccio.djvu{{padleft:73|3|0]]menti nel luogo, Ov’ei lèggeva, affollandosi. £ quel che più ne desta maraviglia si è, che richiesto di qual maniera abbia mai p«luio contenersi di rivolgere lo sguardo, almen per un tantino, a la solenne festa, che si pomposamente immuti a lui celebra vasi, dicesi, abbia risposto, nulla avere udito.
Vi sono alcuni, che affermauo, essere lui stato elegantissimo nell’Orare; il che le frequenti sue ambascerie a molti illustri Principi, non che a sommi Pontefici chiaramente comprovano. Vi si arroge, che quasi come a Principe nella Republica per la sua singolare eleganza sembrava donneggiare.
Fu inoltre di troppo acuto ingegno, e di fedelissima memoria, di che, se lecito mi fosse, molte testimonianze potrei addurre, ma per tema di prolissità di una soltanto avvalgomi, e questa è in vero sorprendente. Trova vasi egli per caso a Parigi, poiché come sopra abbiam detto, dopo la morte di Federico AugusLo «travisi tosto ritirato; e quivi in numerosa assemblea di eccellenti persone altamente, e sottilmente e solo disputava cogli altri su Divine cose. Imperò gli opponenti sino a quattordici varii temi intorno altissime quistioni, avendo, come dicesi, prodotto, tutti ad uno ad uno con l’istesso ordine, ond* erano stati proposti, non senza universale ammirazione fedelmente replicogli, e più anjmirabilmente gli disciolse.
Di onore benanche, e gloria ansioso ei visse, forse più di quanto sembrava dicevole a un si già-