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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Vita di Dante, Petrarca e Boccaccio.djvu{{padleft:91|3|0]]piti fregiata. L’epitaffio sculto dapprima nella lapide riquadra della tomba fu questo »Theologus Dantes nullius dogmatis expers quod foveat claro philosophia sinu» e ciò che segue (XVIII). Indi sei versi soltanto, assai più eleganti de’ predetti, da un certo uomo dottissimo composti, tolti quei primi dal tumolo, furonvi scolpiti, e sono questi essi (XIX)


Numi cantai, dritti de’ Re, scorrendo
  Di Averno il lago, finchè piacque al fato.
  Ma poichè di me parte in miglior loco
  Più lieta andò, a goder l’autor fra gli astri,
  Quel Dante io son quì fuor di patria chiuso,
  Cui madre senz’amor portò Fiorenza.



finisce la vita di dante.

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