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(xii) Qui parlasi forse di un eerto Siro, càe grandi promesse

d* oro, ed’ argentu facea a Ba echide, per trfcrla al suo partito;

Sotti poi proterve nte Syri promìssa huc ìndaxerunt Tebskt. Punit. act. IV. pag* 273.

(xiti) Per questo che qui si legge confermasi quanto il Boc- ca ceiu a molto senno elegantemente scrisse su tal proposito, cioè, che il nostra poeta, e per gì’ impeti superati, e per f acquistata scienza sia di doppia corona da onorare. Perciocché è manifèsto da quanti e quali accidenti contrari! agli studi» fos- se infestato Dante, il quale iti gli amorosi desiri, nè le dolenti lagrime, ne’gli stimoli de’la moglie, nè la sollecitudi’ne casa- linga , nè la lusinghevole gloria dei pubblici offìcii, nè II su- bita impetuoso mutamento de la fortuna , nè le faticose cir- cuì tioni, nè il lungo e misero esilio, nè la intollerabile pbvertà, tutta involatrici di tempo agli studienti, noi poterono collè loro Colie vincere; ni dal principale intendimentu rimuovere, cioè da’sacri stndii della filosofìa, siccome chiaramente dimo- strano le opere, che da lui composte leggiamo ^ Biogr. dì Dan. per Bocc. Edi!» di Padova 1822 p. 16.

(xtr) Questo aneddoto de la vita del poeta tal quale dal Boccaccio riferito; se non che vi aggingue soltanto, aver piana- mente la donna parlato , non però così che bene da luì, 0 da chi con Ini era non fosse udita. Onde poi racconta , aver sifòtto parlare Dante ascoltato , e perchè da pura credente venir ciò senlìa, sorridendo passò avanti.

(xir) Egli è pur fera questo che i( Uanetti asserisce ; poiché Dante aparto il cuore ai confòrti, dopo essere slato incmico- labile par la perdita di Baatrice, di altre donne andò fui’te- mente passionato, siccome Bciccaccio, ed altri rapportano, tra le quali furono Pargoletta, che amò mentr1 era m Lucca, e l’Al- pi gì na di Casentino, che quantunque bel viso si .ive^e, era per mala sorte gomita.

(xr) Il sig. Pelli, e Monsignor Girolamo Gradendo opinava- no, secondo scrivse il Tirabosclii t aver Dante saputo di gre-

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