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VITA DI DANTE. 21

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Vita di Dante (Tiraboschi).djvu{{padleft:26|3|0]]tie et autoritadi, le quali furono molto commendate da’ savi intenditori. Et fece la Comedia, ove in pulita rima, et con grandi questioni morali, naturali, astrologhe, philosophiche, et theologiche, et con belle comparationi et poetrie compose, et trattò in cento Capitoli ovvero Canti dell’essere et stato dell’Inferno et Purgatorio et Paradiso così altamente, come dire se ne possa, siccome per lo detto suo trattato si può vedere, et intendere, chi è di sottile intelletto. Bene si dilettò in quella Comedia di garrire, et esclamare a guisa di Poeta, forse in parte più che non convenia, ma forse il suo esilio li fece fare ancora la Monarchia, ove con alto latino trattò dello Officio del Papa e degl’Imperadori. Et cominciò uno Comento sopra 14 delle sopradette sue Canzoni morali volgarmente, il quale per la sopravvenuta morte non perfetto si trova, se non sopra le tre, la quale per quello, che si vede, grande et alta et bellissima opera ne riuscia, però che ornato appare d’alto dittato et di belle ragioni philosophiche et astrologiche. Altresì fece un libretto, che l’intitolò di Vulgari Eloquentia, ove promette fare quattro libri, ma non se ne trova se non due, forse per la affrettata sua fine, ove con forte et

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