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Nell’anno 1762, in Torino con sommo onore prese Durandi la laurea in ambe leggi, e tosto passò all’esercizio della pratica forense sotto la direzione del classico giureconsulto Pio Revelli patrocinante innanzi ai supremi Magistrati. Era usanza a quei tempi di non ammettere li giovani avvocati agli impieghi, nè al patrocinio delle cause, senza che avessero pria ricevuta certa maturità nella scienza del foro, e che fossero bene versati nella conoscenza delle moltiplici decisioni, consuetudini, e statuti locali, che tuttora sono in vigore nei tribunali; epperò Durandi (sebbene il di lui genio lo rendesse impaziente di pervenire alla magistratura) dovette sottoporsi a quell’usanza, e restare nella forense pratica per più di sei anni.

Male sofferendo lo spiritoso giovine tale ritardo, chiamò la poesia in sollievo, e questa figlia d’Apollo, dal Durandi venerata sino da’ suoi primi anni, e coltivata

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