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Pria però di passar oltre nella vita letteraria di sì grand’Uomo, sia a noi concesso di far alcune osservazioni sul metodo dal poeta tenuto nel comporre i suoi drammi.

Lagnavasi seco noi un giorno dell’insulso modo di scrivere d’alcuni verseggiatori moderni, dell’asprezza nelle loro composizioni drammatiche, e particolarmente nelle arie, e finali, che fanno impazzire il maestro della musica, fanno strillare le cantatrici, ed i soprani, e fuggire gli spettatori disgustati dalla platea, e ci assicurò, che ricevendo la commissione di scrivere per il teatro, soleva egli estendere tutto il recitativo del dramma, e non ideava mai li rondò, le cavatine, li duetti, ed i finali, se non dopo inteso l’estro del compositore, ed il tuono di voce delli cantanti, per adattare lui stesso le parole alle note musicali, ed alla sonorità della voce dell’attore, e così faceva la poesia suddita della musica, onde ottenere il più grande effetto

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